Santuario delle Grazie a Curtatone

Comune di Curtatone (Mantova) 2010 

Progetto segnalato


arch. Darko Pandakovic 

arch. Angelo Dal Sasso 

arch. Federica Delucchi             

arch. Piero Mazzoli        

arch. Marco Pizzuto

Ogni Santuario sorge, vive e declina in quanto espressione collettiva: ivi confluiscono istanze religiose, sociali ed economiche, ma esso è anche segno manifesto di un subconscio collettivo.

Grazie


situazione e temi emergenti obbiettivi di progetto
L’aspetto strutturale del luogo è dato dal terrazzo fluviale su cui stanno il Santuario e l’abitato, dalla scarpata e dalla zona golenale umida o bonificata Il pendio della scarpata deve essere ben visibile e rimarcato per comprendere la natura del luogo. Esso è lasciato libero e aperto
Nella zona delle case, a bordo del terrazzo, si sono sviluppati giardini i cui confini, scale e siepi, alterano la linearità orizzontale del terrazzo fluviale Incentivare piantumazioni distribuite seconda fasce orizzotali per accentuare la percezione delle linee dominanti dell’orografia
La scarpata ed il prato presentano attualmente una superficie unica con poche tracce di percorsi Un percorso parzialmente costruito a sbalzo su elementi lignei, sopraelevato sul bordo inferiore della scarpata, suggerisce il margine di affaccio sull’area un tempo soggetta alle esondazioni. Un secondo percorso al centro del prato riprende la linea di riva, ricordando i diversi possibili livelli delle acque
Il grande prato è attualmente indiviso ed accoglie disordina-tamente diverse funzioni, gruppi di pellegrini, visitatori, giochi La divisione con linee di vegetazione permette una più ordinata distribuzione di funzioni e visitatori (gruppi, attività, giochi)
I filari di pioppi cipressini e salici che segnano rigidamente il margine del prato verso l’acqua lo isolano dall’estensione del canneto delle valli fluviali, interrompendo la continuità percettiva dello spazio aperto La suddivisione con fasce vegetali perpendicolari alla riva e la formazione di aree di approdo per le barche che entrano verso il prato riprendono il ritmo della struttura vegetale delle valli fluviali
La zona di pertinenza del Santuario presenta margini confusi verso le aree limitrofe Alle due estremità del prato vengono collocate più dense zone vegetali, in modo che il prato “emerga” dal bosco
Il piccolo pontile prossimo all’armonioso gruppo di alberi esistenti non offre l’opportunità di un ampliamento, che ne snaturerebbe le caratteristiche Si realizza un nuovo pontile, collegato con passerella in legno ai percorsi del prato, al quale potranno attraccare anche i piccoli battelli elettrici provenienti da Mantova
Attualmente il prato e le relative piantumazioni hanno un aspetto fortemente antropizzato La formazione di piccole macchie boschive integrate a siepi di specie autoctone, lo sfrangiamento della riva con canneti e cariceti, la scelta delle specie arboree suggerite dalle norme tecniche della riserva naturale Valli del Mincio contribuiscono a ripristinare le caratteristiche di naturalità dell’area


meditazione e devozione

Nell’area più naturale alcuni spazi ed episodi di architettura della vegetazione invitano alla meditazione e ripropongono la devozione della recita processionale del Rosario che un’antica tradizione italiana ha consolidato nei Sacri Monti (G. Testori, Il gran teatro montano). Nei Sacri Monti la cappella del singolo “mistero” interpreta il luogo sviluppando il significato del tema proposto. In questa versione contemporanea non sono architetture (cappelle ed iconografie) che esprimono i misteri, ma soprattutto ambientazioni vegetali ed alcuni simboli rievocativi.

"stazioni"

Vengono qui individuati alcuni spazi in cui con maggiore dettaglio potranno essere sviluppati i temi indicati: non si tratterà di una sequenza di sculture, ma di luoghi dalla forte espressività spaziale i cui elementi costitutivi (vegetazione, affacci, luce, materiali) potranno suggerire temi di meditazione. Dagli inizi del secolo la poesia ermetica e l’arte astratta hanno sviluppato analoghi modi espressivi. Ogni “stazione” può quindi essere luogo di contemplazione a sè stante, oppure essere un episodio della sequenza tradizionale del Rosario.

tre sequenze

Il percorso delle tre sequenze dei “misteri” è progettato in relazione alla opportunità naturale e paesaggistica che di volta in volta meglio offre la possibilità di interpretazione delle singole stazioni. La decorazione interna del Santuario presenta una iconografia relativa alle “Grazie ricevute” del tutto eccezionale: in essa prevale il gusto dell’anedottica e del dettaglio; la narrazione per immagini, simboli e scritte investe il visitatore con grande profusione di particolari come ogni racconto di gusto popolare.

interno ed esterno

Lo stesso gusto che pervade l’interno della chiesa riteniamo si possa estendere negli spazi esterni della vegetazione, arricchendo il luogo con la stessa dovizia di dettagli: il grande prato che si estende verso l’acqua, pur presentandosi unitario nella percezione globale dello spazio, si arricchisce di episodi e di “racconti” sul bordo dell’acqua e sul percorso di risalita.

mistero espressione architettonica
I. Nel primo Mistero Gaudioso si contempla l’Annunciazione dell’Angelo a Maria un airone, rappresentato con le ali aperte mentre plana su un alto sostegno, giunge come un Angelo Annunziante
II. Nel secondo Mistero Gaudioso si contempa la Visita di Maria a Santa Elisabetta due salici isolati sulla riva, che vediamo rispecchiati nell’acqua, uniti da un bordo circolare che li accomuna, ricordano la Visitazione di Maria ad Elisabetta
III. Nel terzo Mistero Gaudioso si contempla la Nascita di Gesù nella capanna di Betlemme un gruppo di alberi più folto e raccolto verso l’asciutto del prato è lo spazio che accoglie la Natività
IV. Nel quarto Mistero Gaudioso si contempla la Presentazione di Gesù al Tempio un accenno di scalinata verso l’alto, che guida la vista al Santuario, evoca il tema della Presentazione
V. Nel quinto Mistero Gaudioso si contempla il Ritrovamento di Gesù Bambino fra i Dottori nel Tempio un cerchio di pioppi cipressini ed un melograno isolato tra loro evocano Gesù tra i Dottori nella solennità colonnata del Tempio
VI. Nel primo Mistero Doloroso si contempla la preghiera di Gesù nell’Orto di Getzemani una radura regolarmente alberata ai margini del bosco ed un segno di pietra sulla terra evocano una concentrata preghiera
VII. Nel secondo Mistero Doloroso si contempla la Flagellazione di Gesù alla colonna la complessità spaziale del bosco accoglie i simboli iconografici di questo e dei due successivi “misteri dolorosi”
VIII. Nel terzo Mistero Doloroso si contempla l’Incoronazione di spine punto di sosta
IX. Nel quarto Mistero Doloroso si contempla il viaggio di Gesù al Calvario punto di sosta
X. Nel quinto Mistero Doloroso si contempla la Morte di Gesù in croce il sentiero dei misteri dolorosi giunge alla riva dove dall’acqua si innalza un grande albero disseccato
XI. Nel primo Mistero Glorioso si contempla la Resurrezione di Gesù da morte all’inizio del percorso in salita verso il Santuario, un segno scultoreo guida lo sguardo verso l’abside della chiesa che si eleva verso l’alto: la materia vince la gravità
XII. Nel secondo Mistero Glorioso si contempla l’Ascensione di Gesù al cielo nel “belvedere” che si affaccia, dall’alto del percorso, verso il paesaggio delle valli fluviali, un segno scultoreo guida lo sguardo verso l’orizzonte e il cielo
XIII. Nel terzo Mistero Glorioso si contempla la discesa dello Spirito Santo nel grande sottoportico di passaggio tra il sagrato ed il percorso verso il fiume, è individuato lo spazio per un’opera d’arte relativa al tema
XIV. Nel quarto Mistero Glorioso si contempla l’Assunzione di Maria in cielo nell’angolo a destra del sagrato è individuato lo spazio per un’opera d’arte relativa al tema
XV. Nel quinto Mistero Glorioso si contempla l’Incoronazione di Maria in cielo come nella tradizione dei Sacri Monti, l’ultimo mistero corrisponde con l’interno del Santuario che è la rappresentazione della Gloria
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